Non avevano fatto i conti con l’ottimismo irrefrenabile di Guido il pizzaiolo. O con la sua tempra da parà della Folgore, chissà. Va da sé che con i progressi fatti in questi due mesi al centro di Mozzo – dopo l’intervento di sette ore «opera del dottor Orazio Santonocito e della sua équipe, bravissimi» dice Guido -, non pare nemmeno troppo azzardato sentirsi dire che «io di uscire da qui con le mie gambe ci spero sempre». Sognare non costa niente e aiuta tanto, soprattutto se si resta convinti, come lui, che «nella disgrazia mi è andata di fortuna».