Mozzo/Storie:”Anche Mozzo negli anni 1936 – 1948 ebbe la sua “patolera” di Luigi Rota


   

LA “CELESTA” patolera

Anche Mozzo negli anni 1936 – 1948 ebbe la sua “patolera”

Sicuramente alcuni Mozzesi sopra gli anta…ricorderanno la simpatica bidella dell’asilo, che aiutava i bambini a slacciarsi le “patole” delle brachette per i loro bisogni (e non solo quello).

Questa donna si chiamava Celeste Ghezzi ma tutti la chiamavano CELESTA. Alcune volte (purtroppo capitava) sentivi Suor Serena che chiamava ad alta voce: «Celesta! vieni subito che devi accompagnare a casa il tal bambino o bambina» che non erano…arrivati a tempo…

Celesta abitava nel vecchio rustico (oggi demolito) della cascina Colombera, i fratelli lavoravano la terra dei signori Bona della Dorotina.

Era nubile,piccola di statura, ma forte fisicamente, abituata a lavorare in campagna. Sempre puntuale, anche d’inverno con la neve alta, e il pantano che gli entrava negli zoccoli. Arrivava all’asilo (scuola materna oggi demolita)un’ora prima dell’orario di apertura, accendeva la grossa stufa di terra refrattaria (del tipo a quattro piani),si cambiava le calze bagnate e le metteva ad asciugare vicino alla stufa prima che arrivassero i bambini.

Alle ore otto nello stanzone (l’aula) l’aria è tiepida, i bambini arrivano alla chetichella, i più fortunati hanno nel loro cestino di vimini un paio di mele che hanno raccolto nei campi, e le mettono sul ripiano della grossa stufa, a cuocere, sicuri che Celesta sarà attenta che non brucino.

Da molti anni Celesta-la nostra cara PATOLERA – ci ha lasciati, quei bambini (ci sono anch’io)ora sono anziani, i loro nipotini frequentano la Scuola Materna Parrocchiale di Mozzo, una struttura moderna con tutti i confort !… l’acqua calda per lavarsi le mani prima del pranzo(chi l’avrebbe pensato settanta anni fa?) Le moderne aule, la sala da pranzo, la sala per i giochi, l’attrezzatura per la ginnastica e tante altre belle cose, ed infine, spazi per i giochi all’aria aperta, dove possono correre e giocare a nascondino in un bel parco tutto per loro.

Povera Celesta…certamente lassù in Paradiso sarà addetta ad “imbracare” quegli angioletti tanto belli, che si vedono dipinti nelle chiese: ma,si pensa,non troverà più… le “pàtole”.

Definizione della parola “pàtola”

Oggi i bambini fin dalla nascita sono muniti,a seconda dello sviluppo, di appositi “marchingegni”, che vanno sotto il nome di “pannoloni”: ve ne sono dei più svariati, che sanno trattenere le varie “manifestazioni”, senza sporcare le braghette o le gonnelline. Nel tempo passato c’erano i “panisèi” ed i “tacù”, legati con lacci e lavati al fosso, poi stirati e riutilizzati. Le braghette avevano le “pàtole” con la parte posteriore staccata ai lati e alla sommità. La “pàtola” era congiunta alla cintura da due solidi bottoni e sbottonata ,lasciava libero il posteriore per gli infiniti bisogni.

Luigi Rota