Sabato 25 Ottobre 2014
Ore 21.00, ingresso libero
Chiesa antica Beata Vergine Immacolata di v. Longuelo a Bergamo
Francesca Cenedese, soprano
Nicola Reniero, spinetta
T’AMAI GRAN TEMPO
Nel periodo a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, in Italia, avviene un vera e propria rivoluzione in ambito musicale. L’avvento della cosiddetta “seconda prattica” segna il progressivo abbandono della tecnica polifonica in favore dello stile monodico, ovvero della musica per voce sola (o anche strumento solo) e accompagnamento. Anche se in realtà il contrappunto non venne mai abbandonato e le sue regole continuarono a essere usate anche nello stile monodico, si affermò pienamente un altro aspetto rivoluzionario: quello che metteva al primo posto la parola (l’oratione). In altre parole mai prima di allora la musica si “metteva al servizio” del significato del testo, non certo per essere sminuita, ma, al contrario, per procedere attraverso nuovi e più stimolanti percorsi. Nasceva la Teoria degli affetti, che in altre parole si potrebbe definire retorica musicale. Vennero “inventate” numerose figure retoriche, mutuandone i nomi e il significato da quelle letterarie, ognuna delle quali aveva lo scopo di muovere un affetto particolare, ovvero suscitare un’emozione, una sensazione o un sentimento negli ascoltatori, come già si faceva nella prassi degli antichi. Ma è soprattutto in questo periodo che vengono amplificate in potenza drammatica per creare un contatto profondo tra l’autore e lo spettatore.
Il repertorio musicale (Monteverdi, Caccini, Frescobaldi, Landi, Sances) presentato nel programma è tutto incentrato su questo stile musicale. L’amore con le sue molteplici sfaccettature è il tema principale del concerto, la meraviglia, la gioia, il desiderio, la tristezza, l’odio: la musica e il testo rivolgono costantemente la loro attenzione a queste emozioni e sentimenti. E i versi di una delle più belle arie di Stefano Landi riassumono magistralmente questa corrispondenza tra gli “affetti”:
T’amai gran tempo e sospirai mercede.
Tu m’hai tradito ogn’hor, priva di fede.
Hor và con novi amanti a far tue prove,
ch’io son già stufo e m’ho provvisto altrove.
