Quando sono nato io, nel marzo del 45, si chiamava Curdomo, Curno-Dorotina-Mozzo, un nome che oggi non c’è più.
I primi ricordi sono i giochi che facevamo da bambini, in cascina, nella stalla, le battaglie armati di fionde per conquistare e difendere la Cà di Rane, un casolare che per noi era il posto di frontiera tra il nostro territorio, Mozzo, e quelli delle Fornaci di Longuelo, che erano già ragazzi di Bergamo, quella era la zona di guerra, tra il colle Lochis e il colle dei Gobbi, tra villa Masnada e villa Bagnada.
Ci davano l’uva melluna, come premio, i contadini di Mozzo… in realtà giocavamo in un posto che era stato un deposito d’armi dei tedeschi, con una serie di cunicoli scavati sotto i colli, alcuni franati, e una sera tre nostri compagni, il Tarcisio Gamba, noto fifone, e il Rota Basilio, noto sbruffone (ma anche lui fifone) e un altro che non ricordo, si erano persi nei tunnel, non li si trovava. Il prevosto, Don Assolari, da Somendenna, aveva suonato le campane – cosa che faceva sempre, anche in caso di temporali – erano arrivati i vigili del fuoco… alla fine erano saltati fuori…ma poi tutta la zona è stata chiusa, i cunicoli murati.
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