Mozzo: Bergamo scomparsa: i grandi casati nelle vicinie | Bergamosera


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Queste quattro grandi casate appartenevano ad una èlite molto ristretta radicata in città da generazioni. Alcuni dei suoi rappresentanti più eminenti erano riusciti ad acquisire notevoli patrimoni fondiari nel territorio. Un Gisalberto Attonis detto Collione, dal cui soprannome deriva probabilmente il cognome dalla famiglia, nel sec XI aveva acquisito vasti terreni ad Almè che divenne per anni centro di potere dei Colleoni. Lo stesso accadde per i Suardi, che avevano grandi proprietà a Martinengo. Ricordiamo che per le famiglie cittadine il cognomen, formatosi non prima del secolo XI ,spesso derivava dal nome o soprannome di un antenato.
Accanto a questo gruppo magnatizio cittadino partecipavano alla vita politica alcuni membri dell’aristocrazia feudale del contado, di lignaggio ben più antico, ma già per la maggior parte in decadenza. Così i da Mozzo, i da Lallio, i da Bonate, i da Prezzate, i da Mornico che derivavano il cognomen dal feudo sul quale esercitavano una secolare giurisdizione. Alternavano la loro residenza tra i palazzi di città e i castelli di campagna.
Come abbiamo visto, i membri delle grandi casate, guelfe o ghibelline, protagoniste della vita politica cittadina risiedevano in abitazioni attigue, che talora univano mediante la costruzione di pontili o la privatizzazione di strade secondarie. Ma le vicinie non avevano una vera connotazione politica. Nella stessa vicinia abitavano sostenitori dell’una o dell’altra parte e anche famiglie appartenenti ai due diversi schieramenti. Vedremo nel prossimo incontro quale poteva essere il comportamento della vicinia e in particolare dei suoi rappresentanti in caso di conflitti.