Mozzo: “In Fuga dall’Italia per aiutare i bambini africani” – Corriere Bergamo


Si arriva così al presente, e alla missione in Sudan che Emergency avviò già nel 2004. “Qui il personale internazionale è ridotto rispetto agli altri progetti, siamo solo in quattro, due infermieri, un pediatra e un logista. Il lavoro è lo stesso che in Sierra Leone: vediamo una sessantina di bambini tutti i giorni in pronto soccorso e il reparto è discretamente affollato”. Rispetto alla Sierra Leone il dramma della malaria è assai più ridotto, ma compensato dalla malnutrizione dovuta alla grande povertà, che non dà tregua ad una popolazione ormai stremata, alla ricerca di speranza per continuare a vivere. “L’attività si articola lungo tutto l’arco della giornata, non ci sono orari. Raccontata così può sembrare una vita dura, ma Emergency è soprattutto l’unione di tante persone –conclude Filippo- che credono nell’eguaglianza di tutti gli esseri umani e si adoperano per costruire un mondo di pace”.

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