Doniamo un sorriso ai bambini di Chernobyl
26 Aprile 1986: un’esplosione scoperchia il reattore n° 4 della centrale nucleare di CHERNOBYL in Ucraina.
La notizia fa rapidamente il giro del mondo; anche in Italia per qualche giorno è allarme.
Chi non è giovanissimo ricorda che in quel periodo era sconsigliato bere latte o mangiare verdure crude …poi l’allarme rientra e tutto procede come prima.
Ma tutto non è come prima, dato che quello di Chernobyl è stato, fra gli incidenti che si conoscono, il più serio nella storia del nucleare civile, con il rilascio di un quantitativo di radioattività pari a circa 200 volte quello delle bombe di Hiroshima e Nagasaki!
Mentre le bombe colpirono obiettivi mirati, mietendo immediatamente vittime, le particelle radioattive sprigionatesi dalla centrale di Chernobyl si dispersero nell’atmosfera, propagandosi a nord e ad ovest, spinte dalle correnti verso la Russia e in particolare la Bielorussia. Le piogge, in seguito, fecero precipitare la radioattività al suolo, contaminando pesantemente soprattutto la zona della provincia di Gomel.
Nelle regioni sud-orientali del Paese, su cui ricadde la maggior parte della radioattività, fra i bambini sono aumentate le patologie del cuore, dei reni e degli arti ed è stato segnalato l’aumento di cancro alla tiroide. Fra gli effetti meno gravi, ma più diffusi, è un generale indebolimento delle difese immunitarie, con conseguente decorso più severo anche delle malattie infantili considerate banali.
Sono trascorsi 26 anni, è vero, e per tutti noi che viviamo all’insegna della fretta e della contingenza, è quasi normale cancellare un pezzo di passato, oltretutto scomodo ed inquietante … ma la radioattività non ha i nostri parametri temporali e non si elimina in pochi anni. Secondo una valutazione delle Nazioni Unite, le peggiori conseguenze per coloro che sono stati esposti alle radiazioni non si sono ancora manifestate ed il numero esatto delle persone che con buona probabilità saranno colpite da seri problemi di salute non si conoscerà prima del 2016, mentre per altre fonti non prima del 2025.
Fortunatamente, però, ci sono anche notizie confortanti.
I dati sui controlli sistematici che vengono effettuati sui bambini che tornano in Bielorussia, dopo aver trascorso un periodo di vacanza in Italia, mettono in evidenza che la radioattività si riduce del 30, 40 %, con un notevole beneficio sul corredo immunitario indebolito.
Ecco il motivo che ha convinto alcune famiglie di MOZZO a costituire nel Maggio del 1997 il “Comitato CHERNOBYL”, inserito nel progetto della Fondazione “Aiutiamoli a vivere” : ospitare ogni anno, per circa un mese, bimbi bielorussi fra i sette e i 10 anni a cui dare la possibilità di una vita più sana e di un futuro migliore.
Questa è la convinzione che ci anima tuttora, dopo 15 anni, e che ci spinge a continuare anche col TUO AIUTO!!!
Per qualsiasi informazione sul programma di aiuto o curiosità contattaci tramite l’indirizzo chernobylmozzo@hotmail.it
pagina a cura del comitato “AIUTIAMOLI A VIVERE” di Mozzo

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