Napoleone e i francesi a Mozzo
Sono arrivati i francesi: la soppressione degli Enti religiosi
1. Il contesto generale
L’arrivo delle truppe francesi in Italia, nel 1796, portò con sé le idee della Grande Rivoluzione che, a partire dal 1789, aveva cambiato la storia della Francia e si apprestava a cambiare anche quello dell’Europa.
A Bergamo, come si sa, i Francesi arrivarono nell’aprile del 1797, ma già dal 13 marzo le plurisecolari istituzioni veneziane erano state sostituite con i nuovi organi ”rivoluzionari” della Repubblica Bergamasca, la quale ebbe vita breve ma assai intensa fino all’estate di quell’anno, quando confluì nella Repubblica Cisalpina.
I Francesi rimasero fino al 1799, quando gli austriaci, assieme al corpo di spedizione russo, occuparono il territorio orobico che tennero per alcuni mesi. Il ritorno dei Francesi, nella primavera del 1800 era destinato a determinare l’apertura di un lungo periodo di dominio, che terminò solo con la caduta di Napoleone nel 1814.
Un ambito nel quale i nuovi dominatori fecero sentire con forza la loro presenza e la nuova visione del mondo fu quello delle istituzioni religiose ed assistenziali. Sin dal 1797 si era proceduto attraverso energiche soppressioni di enti religiosi (conventi e monasteri, soprattutto) i cui beni, mobili e immobili, vennero incamerati rapidamente. Durante la seconda fase della dominazione francese, invece, le autorità si mossero con maggior cautela, avendo come mira non la semplice spogliazione di enti e istituzioni religiosi e di carità, ma la completa riorganizzazione dei due settori. Si aprì la lunga stagione della ricerca di informazioni attraverso la somministrazione di questionari ai quali i soggetti coinvolti dovevano dare risposte esaurienti. La raccolta di dati sarebbe servita per la costituzione, sul piano religioso, della Fabbricerie, che, a partire dal 1807, gestirono i patrimoni delle parrocchie, e delle Congregazioni di carità, che concentrarono a partire da 1808, le attività caritatevoli a livello comunale.
L’archivio di Stato di Bergamo conserva in gran quantità tali questionari, fra i quali quello relativo a Mozzo.