I più’ giovani non hanno mai visto l’Oratorio vecchio, se non in fotografia. Ma i più anziani si ricordano bene quelle stanze, alte, squadrate, pulite e vocianti. La voce, si, quella rimbombava, sempre, in quelle stanze. Soprattutto in quelle a piano terra. Il cancello era sempre aperto la domenica e saliti due gradini, varcato il portone, a sinistra la porta del bar. Un bar grande, spazioso, sulla destra nell’angolo, il bancone dove si vendevano la gassosa, le stringhe nere, quelle lunghe, che servivano come surrogato delle moderne cannucce per assaporare la dolce bevanda gassata. Liquirizia, nera, al cui interno scorrevano goccia dopo goccia le bollicine. Per i più aristocratici invece c’era il castagnaccio, confezionato in piccole bustine, e con un piccola cannuccia si aspirava la polvere contenuta. Un sapore particolare. Polvere di castagne? Sulla bustina troneggiava quella immagine. D’estate invece ghiaccioli e limoncini a gogo’. Sempre nel locale bar ma a sinistra invece c’erano i giochi: calcio balilla, il tam-tam (dove ti rovinavi le nocche delle mani) e il ping pong e per i piu grandi il biliardo. Tutto qui. Ritornando sui nostri passi nell’atrio, invece dalla porta di destra si accedeva al salone: buono per tutte le stagioni. Ma chi si ricorda, era famoso per il cinema. Vecchia macchina cinematografica, pellicole in celluloide e un telone sul muro. Le poltrone? Comode panche in legno, quelle senza schienale. E quando si spegneva la luce: tutti urlavano fino alla fine dei titoli per poi immergerci nella visione del filmone di turno.
Al piano superiore, dietro la porta a vetri, invece la casa del Curato da un lato e dall’altro le aule dove si faceva catechismo. Un tempo sede della scuola del paese. L’Oratorio di Mozzo che fino alla fine degli anni 80 si mostrava come si vede nella foto. Nulla a che vedere con l’opera voluta da Don Canova dei giorni nostri, che vedra’ nuove rivoluzioni interne. Un Oratorio grande e moderno che i curati che si sono succeduti negli anni hanno saputo riempire di giovani e ragazzi. (REM)
