1. Il contesto generale
Nel settembre del 1806 venne esteso al Regno d’Italia quanto previsto dall’editto di Sant Cloud, in vigore in Francia da oltre due anni, in materia di cimiteri e sepolture. Come molti sanno e ricordano per essere stato al centro del lungo carme di Foscolo “Dei sepolcri”, l’editto modificava significativamente la tradizione relativa alle sepolture, stabilendo che i cadaveri venissero inumati fuori i centri abitati, in tombe uguali caratterizzate dalla sola indicazione del nome e del cognome del defunto. Dal punto di vista del rapporto con la morte, l’Editto ebbe la conseguenza di allontanarla dalla vita di tutti i giorni, attraverso la creazione di “città dei morti” quali i cimiteri vennero a costituirsi.
2. Il contesto locale.
Anche a Mozzo le autorità dovettero decidere dove edificare il nuovo cimitero e le prime notizie in tal senso risalgono al maggio 1808, data in cui il perito Francesco Bolis produsse una relazione sul sito prescelto. Queste informazioni e quelle che seguiranno sono tratte dal materiale collocato nell’archivio del Dipartimento del Serio, conservato all’Archivio di Stato di Bergamo (busta 1220).
